martedì 30 dicembre 2008

I nove tipi dell'ENNEAGRAMMA



Ricordando che l'enneagramma è una particolare descrizione "sintetica", vediamo i nove profili di personalità in cui tutti possono riconoscersi.

1. PERFEZIONISTA
Il valore importante per queste persone è “evitare l’errore” e raggiungere la perfezione! E’ critico verso se stesso e verso gli altri; si sente eticamente superiore. Fa grande uso delle locuzioni “si deve” e “bisogna”. Gli uno evoluti possono essere molto sagaci ossia avere un “buon fiuto” e sono degli eroi morali. Apprezzano la coerenza, ambiscono a qualcosa che non potranno mai avere, vogliono la perfezione e quindi rimangono in un perenne stato di compulsione.
Il loro canale rappresentazionale è VISIVO AUDITIVO.
IMPERATIVO è PERFEZIONE.

2. ALTRUISTA
Valore importante è aiutare, chiede affetto e approvazione; vuole ottenere amore e riconoscimento rendendosi indispensabile; il suo obiettivo è soddisfare i bisogni dell’altro. Manipolativo, in possesso di molti sé, ne mostra uno diverso ad ogni persona vicina a seconda della situazione. Aggressivo e seduttivo. I due evoluti sanno offrire sincero appoggio e aiuto.
Il loro canale rappresentazionele è CENESTESICO VISIVO.
IMPERATIVO è AIUTARE

3. MANAGER
Persona che conduce gli altri. Le sue parole d’ordine sono “fare successo”. Vuole essere amato attraverso i fatti e i risultati, è molto competitivo, ossessionato dalla propria immagine di vincitore e dalla corrispondente posizione sociale. Maestro dell’apparenza, appare più produttivo di quanto in realtà lo sia. I tre evoluti possono essere capi efficienti, hanno una buona capacità progettuale, sono promotori capaci e portano la propria squadra alla vittoria! Si sviluppa in loro la compulsione del “fare”.
Il loro canale rappresentazionele è VISIVO CENESTESICO.
Il loro imperativo è FARE DIMOSTRARE

Continua...


Buon Anno!


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venerdì 26 dicembre 2008

L’enneagramma.

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L’enneagramma è la geometria dell’anima, che rivela il nostro carattere”. (Helen Palmer)

L’enneagramma è una particolare descrizione se vogliamo "sintetica", di nove profili di personalità in cui tutti possono riconoscersi. E’ un ottimo strumento per aiutarci a conoscerci più a fondo e conoscere meglio gli altri, per evidenziare in noi e negli altri i lati positivi e smussare quelli negativi per comprendere affinità e avversioni.

Oltre a questo aspetto descrittivo l’enneagramma ci indica anche un’evoluzione personalizzata: per migliorarsi, sviluppare pensieri, emozioni, potenzialità rimaste inespresse.

L’enneagramma è nato come strumento in oriente e si è poi diffuso in occidente. Il nome deriva dal greco ennea che significa nove e gramma che sta per segno.

Il suo utilizzo è sia per scopi personali che professionali:
- nella sfera personale viene utilizzato per approfondire la conoscenza di noi stessi quindi agevolare lo sviluppo di una personalità più equilibrata, nonché comunicare meglio.
- nell’ambito professionale, invece, è molto efficace in quanto ci mette nelle condizioni di riuscire a comprendere meglio il nostro interlocutore, sia che si tratti di una seduta di terapia (in ambito terapeutico) che di un incontro lavorativo.

Conoscere le tipologie è interessante in quanto, una volta capito la psicologia di chi abbiamo di fronte, ci si può comportare di conseguenza e quindi migliorare la comunicazione, conoscere se stessi e andare oltre: l’enneagramma non è solo un sistema per entrare in rapporto empatico, è un modo di “conoscere se stessi in modo dinamico!”

"Riconoscersi in una personalità è solo il primo passo per una sana ed equilibrata crescita interiore”.

Continua...

Bye


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venerdì 19 dicembre 2008

Rapport (continua...)



Sin dalla più remota antichità tutte le tradizioni hanno posto l’accento su come la percezione della realtà sia un prodotto dei sensi. Nei tempi più recenti la PNL ed altre discipline hanno gettato nuova luce su quello che ciò realmente significa. Noi non percepiamo direttamente la realtà: noi vediamo (e sentiamo etc.) ciò che la nostra mente percepisce della realtà.
Ciò che noi percepiamo della realtà lo traduciamo in rappresentazioni interne che influiscono sul nostro comportamento e lo condizionano.
Si creano dei comportamenti in base alle informazioni che riceviamo dall’ambiente tramite i nostri canali sensoriali.
Le informazioni vengono raccolte attraverso tutti i canali, ma sono elaborate attraverso alcuni canali sensoriali privilegiati. Ogni essere umano si rappresenta il mondo privilegiando in ogni momento uno dei tre canali (visivo; uditivo; cenestesico;), il quale diverrà il suo sistema rappresentazionale della realtà primario. Gli altri due interverranno in misura minore, infatti vengono definiti sistemi rappresentazionali secondari.

Ora,un esercizio per voi: qual’è il sistema rappresentazionale privilegiate?

VISIVO (V) sono riconoscibili per la postura diritta, per l’orientamento degli occhi prevalentemente verso l’alto o frontale, per la respirazione alta, voce acuta, frasi brevi e periodi meno letterari.; tenderà inoltre a dare molta importanza all’aspetto estetico. Mentre parla utilizzerà: vedo.....mi è chiaro........bello ecc. ecc.

UDITIVO(A) durante una conversazione muove gli occhi lateralmente, ha una respirazione più toracica, impara ascoltando e rispetto al visivo ha maggiori capacità riflessive. La voce è melodica e racconta più lungamente. L' espressione che utilizzerà sarà : “ ...Mi suona bene” .

CENESTESICO (k) ha una respirazione addominale, ama il contatto fisico e tutto ciò che ha a che vedere con tatto gusto e olfatto; ha una gestualità lenta, meno considerazione dell’aspetto esterno delle cose rispetto ai contenuti; memorizza facendo pratica. La voce è profonda e spesso parla poco. Si focalizza sull’altro!

…ricordate che devono comunque essere utilizzati tutti prediligendone uno o due.

Dunque, quando si interagisce c’è la necessità,o perlomeno il desiderio,di creare sintonia

Come farlo?

Con una persona:
Usare un linguaggio a lei più congeniale:
…a chi non è mai capitato di abbassarsi davanti ad un bambino, cercando di comunicare facendo una voce “da scemo” …!)

Con una vasta platea:
Quì risulta difficile, se non impossibile, creare sintonia con ciascuno dei presenti. Occorre essere più MULTISENSORIALE possibile, x coinvolgere tutti… cercando di comunicare con tutti e tre i sistemi rappresentazionali.

E’ chiaro che la cosa non sarà facile, ma un bravo public speaker non deve fare l’errore di usare solo il proprio ed IMPORLO a tutti!

E’ fondamentale per comunicare in modo ottimale!

Bye!

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mercoledì 10 dicembre 2008

Rapport



Continuiamo il nostro viaggio meraviglioso nelle potenzialità umane e parliamo del "rapport”.

Il rapport è il processo attraverso il quale si stabilisce e si mantiene un buon rapporto interpersonale di reciproca fiducia e accordo. Al contempo è un momento responsabile e delicato di considerazione.

Ogni giorno ci troviamo in situazioni nelle quali instauriamo rapport con chi ci circonda.

In alcuni casi il rapport avviene spontaneamente, si crea quella sintonia, quel feeling quasi misterioso. Gli studi, condotti su di una serie di videoregistrazioni, hanno dimostrato che in realtà si sono attivati dei meccanismi inconsci che hanno a livello subliminale creato quel rapport immediato. Ad esempio, sicuramente vi sarà capitato di conoscere una persona e, pur senza sapere niente di lei, avete fatto affermazioni del tipo: “A livello epidermico mi è simpatica” oppure “anche se la conosco da poco ci sto bene”.

Questo avviene quando il rapport si innesca spontaneamente e quindi ci troveremo di fronte a due persone che inconsciamente eseguiranno gli stessi movimenti del corpo, stessa gestualità, stessa andatura durante una camminata, quello che in PNL prende il nome di “Rispecchiamento”.

Chiamiamo “Rapport” una tecnica che raccoglie metodologie ed approcci utili per creare tale stato mentale: la creazione del rapport può non essere a facile, a causa di credenze ed attitudini limitativi.
...Perchè? Mi sono chiesto le prime volte che ho sentito parlare di queste tecniche?

Ma perchè non tutti sono aperti caratterialmente o mentalmente per accettare subito di entrare in sintonia con uno sconosciuto (e parliamo di qualsiasi situazione: ambiente lavorativo, vita quotidiana, occasioni importanti, ecc.)

Quindi, le cause possono essere diverse: carattere, esperienze passate, stati d’animo del momento.

Tali situazioni portano a tempi lunghi per accettare un dialogo sereno con un’altra persona. Possiamo quindi provare ad "accelerare" questi tempi creando un rapport empatico positivo.
Il rispecchiamento è una delle modalità più semplici ed al contempo il punto di partenza per mettersi sulla stessa frequenza del nostro interlocutore ed entrare in un rapporto positivo con esso.

Empatia... gran bella parola!

In un sistema dove la maggior parte delle persone è concentrata su se stessa... sembra difficile pensare di "entrare nel mondo dell’altro", fare questo sforzo... si, sforzo perchè ad ognuno di noi sarà capitato di esprimere un concetto -per noi semplice -per poi stupirsi del fatto che l'interlocutore non riuscisse a capirci!

...Perchè?
Perchè diamo per scontato che la colpa della "cattiva comunicazione" non fosse da imputare a noi!
Della serie:
"...non sono io che mi spiego male, sono gli altri che non mi capiscono"!
...troppo facile!
Allora? Come procedere...?

Vedremo...


Bye


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mercoledì 3 dicembre 2008

Le "credenze produttive"....


Ad un livello superiore di conoscenza di queste materie, ciascuno di noi impara a dare la giusta importanza alle proprie credenze, ma in questo percorso, è comunque fondamentale partire da credenze produttive.

Ci sono delle credenze sulle quali vorrei voi portaste la vostra attenzione:

· La grande META nella vita, non è la conoscenza fine a se stessa, bensì l'AZIONE!

· NON ESISTONO FALLIMENTI SOLO RISULTATI!

· L'uomo è un'antenna che capta e trasmette:
CAPTA CIO CHE VUOLE e TRASMETTE QUELLO CHE E’!

· L’ESSENZA di un uomo sta in quello che egli PENSA!

· I PILASTRI DEL SUCCESSO SONO:
MOTIVAZIONE, PENSIERO POSITIVO e, fondamentale, l'ENTUSIASMO!

...Queste credenze possono essere utili per modellare in fase iniziale il vostro evolvere.

Se volete raggiungere uno scopo con sicurezza, dovete innanzitutto accertare che la vostra motivazione sia abbastanza forte da condurvi a questo risultato.

“Un perché abbastanza forte vi darà il necessario come!!!!!”

La premessa di qualsiasi successo è una forte motivazione, senza questa spinta non procede nulla, quindi se volete raggiungere il vostro scopo dovete continuamente mantenere vivo in voi il fuoco dell’entusiasmo..........visualizzatevi al traguardo!

La PNL non insegna nulla, entra nelle nostre tempeste emotive nei nostri sofisticati processi di apprendimento, in ciò che facciamo per costruire, demolire e trasformare. Scioglie e libera dai condizionamenti.

Provatela , se funziona tenetela , se non funziona buttatela via, e questo sarebbe un atteggiamento "piennellistico"!

NON E’ IMPORTANTE DA DOVE SI PARTE, CIO’ CHE CONTA E’ DOVE SI VUOLE ARRIVARE. L’UNICO OSTACOLO AL RAGGIUNGIMENTO DI QUESTI OBIETTIVI E’ DATO DALL’IDEA DI NON POTERCI ARRIVARE..............LA VOSTRA MENTE E’ UNA CALAMITA,CONCENTRATEVI SU QUELLO CHE VOLETE E LO OTTERRETE!!

Ricordate però che non basta pensare a quello che si vorrebbe ottenere, è necessario visualizzare, crederci e soprattutto accertarsi che sia realmente il nostro desiderio. Evitare di disperdere energie passando da un pensiero ad un altro, limitandosi a sognare che ciò accada.

Possiamo vivere i nostri sogni e questo succede quando ci concentriamo veramente sulla realizzazione dei nostri obiettivi o quando vogliamo modificare certi aspetti della nostra esistenza che non ci piacciono: molte persone non riescono ad ottenere ciò che vogliono, semplicemente perché non focalizzano la loro attenzione su un aspetto in particolare e brancolano nella loro mente da un pensiero ad un altro.

“Nell’ universo c’è un unico angolo che potete essere certi di migliorare e quell’angolo siete voi!” (Aldous Huxley)

A presto!


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giovedì 27 novembre 2008

La CAPACITA’ DI CAMBIAMENTO .... CREDENZE e IMMAGINAZIONE


Cambiare in meglio, si ma come?

LE CREDENZE:

Le vostre CREDENZE: Vi infondono vigore? ...O vi sono di impaccio?
Le CREDENZE sono le bussole e le mappe che ci guidano verso le nostre mete e ci danno la certezza che le raggiungeremo.
Una CREDENZA è un forte STATO EMOZIONALE di CERTEZZA.
E come facciamo a raggiungere questo STATO?

La formazione delle credenze dipende fondamentalmente dall'AMBIENTE che ci circonda, dagli EVENTI, dalle CONOSCENZE, dai RISULTATI PASSATI e... dall'ESPERIENZA IMMAGINATA!

IL POTERE DELL’IMMAGINAZIONE

A causa dei filtri mentali di cui l’uomo è dotato, è impossibile per una persona agire direttamente sulla realtà. Infatti quello che di solito noi riteniamo essere la realtà esterna altro non è che una rappresentazione della realtà stessa.

Per tale motivo le credenze che noi abbiamo riguardo noi stessi (l’immagine dell’io) o riguardo gli altri, non sono altro che delle immagini mentali, dei modelli della realtà. Partendo da questo presupposto e ricordando che ciò che noi facciamo dipende da ciò in cui crediamo, per effettuare un cambiamento di comportamento - per superare i limiti che ci siamo autoimposti con la nostra mappa mentale - è possibile utilizzare l’esperienza immaginata, in quanto il nostro cervello non distingue un’esperienza vividamente immaginata da un’esperienza realmente vissuta. Comportandoci “come se” una certa cosa fosse vera - recitando una parte - possiamo inviare al nostro cervello dei segnali di cambiamento, possiamo allargare la nostra zona del possibile, possiamo superare i nostri limiti.

Come procedere, quali strategie?


Le STRATEGIE sono una serie di espliciti passi mentali e comportamentali per raggiungere uno specifico obiettivo.

Ci sono strategie motivazionali, di apprendimento, di decisione e di innamoramento.
E’ possibile imparare nuove strategie mettendo in atto gli stessi “passi” mentali utilizzati dalle persone di successo (modellamento)... e quì la PNL ha molto da insegnare!

Servono forse dei superpoteri?
No... la forza... siamo semplicemente noi! (...beh, questa sembra quasi una predica!)
Alla prox!


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domenica 16 novembre 2008

CNV... Comunicazione Non Verbale



Parliamo continuamente con gli sguardi, con le espressioni del volto, con la gestualita' delle braccia e delle mani, con la postura del nostro corpo,... parliamo un linguaggio "muto", che pero' racconta tante cose interessanti.
Un occhio attento e esperto osservando anche solo alcuni di questi nostri segnali involontari riesce a capire molto di noi. Questo puo' essere un vero guaio, soprattutto quando dobbiamo dare il meglio di noi stessi sia nella vita professionale sia in quella privata.
Per esempio puo' sfuggirci "dalle mani" un'importante occasione di successo solamente perche' tramite il linguaggio del corpo induciamo nel nostro interlocutore un'impressione sbagliata, che non corrisponde per nulla a chi siamo realmente. Se poi non riusciamo a capire cio' che il linguaggio del corpo del nostro interlocutore ci trasmette... beh! allora ci giochiamo sicuramente le carte sbagliate e il guaio e' fatto!

Quante volte abbiamo "bruciato" il buon esito di un'importante incontro d'affari semplicemente perche' non abbiamo saputo ascoltare e interpretare correttamente tutti i segnali non verbali che gli interlocutori stavano "lanciando"?

La foga di voler riuscire a tutti i costi e lo stress emotivo portano, solitamente, ad essere iperattivi, facendo dimenticare la regola fondamentale della comunicazione: attirare e mantenere l'attenzione ascoltando con le orecchie e capendo con gli occhi. Senza dimenticare una una voce espressiva, movimenti del corpo controllati, sguardi...

Ma non e' tutto... Per poter convincere bisogna prima piacere! E' dunque fondamentale riuscire a capire se gli altri sono interessati a noi... insomma se gli piacciamo!

Come?

Osservando lo sguardo, se e' sfuggente oppure no, se e' attento ai nostri movimenti, anche minimi, l'espressione del volto, se e' fissa o se cambia in base a cio' che diciamo. Facendo attenzione ai movimenti del suo corpo (le spalle sono dritte e il petto e in fuori?), ascoltando il suo modo di parlare, il tono e il ritmo della sua voce (caldo e lento o freddo e veloce?),...

In poche parole, dobbiamo leggere e decifrare il linguaggio "muto" del suo corpo e capire se c'e' sintonia con noi.

Questo e' possibile approfondendo le nostre conoscenze nell'ambito della CNV... cioè, la comunicazione non verbale.

E allora... apriamo il dibatto!

Udito, Vista, Tatto, Olfatto, Gusto ossia comunica senza parlare: la Comunicazione Non Verbale... Quali sono i segnali non verbali? Come si integrano fra loro?
Cosa ti potrebbe accadere se non presti attenzione alla tua comunicazione non verbale?
Cosa osservare e come ascoltare per capire e svelare le intenzioni degli altri e le loro emozioni?

ATTENZIONE però...! Mai generalizzare l'interpretazione di un significato!

L'aspetto Esteriore: quanto conta l'aspetto esteriore come strumento di autopresentazione? (per esempio nella selezione di personale).
La Prossemica: come gestire lo spazio personale?
La Postura: come capire il carattere di una persona dalla sua Postura... Quali messaggi ci sono dietro una postura ripiegata, una postura divisa in due e una gonfiata, una postura sottomessa e una irrigidita?

Come comunicare con la postura sicurezza, superiorita', aggressivita', presunzione, difesa e protezione? Esistono posture vincenti per convincere, persuadere, far cambiare opinione e negoziare!

Il comportamento Cinesico: perche' e' importante sapere chi si ha di fronte... anche semplicemente osservando come sta seduto sulla sedia! Anche le gambe parlano. Ma se le gambe parlano, allora le braccia raccontano! Il dilemma: tenere le braccia incrociate significa chiusura?
Noi "parliamo" con le mani ...i gesti con le mani spesso sostituiscono le parole!

Senza le mani la comunicazione sarebbe scialba e spesso "senz'anima". Attraverso esse possiamo enfatizzare la comunicazione verbale o sostituirla!
E poi ancora... Le espressioni del volto, lo sguardo,...
Affiniamo il nostro spirito di osservazione e ne vedremo delle belle!!!

Gli Aspetti Paraverbali: la Voce e il Silenzio
I 3 strumenti della Voce (tono, intensita' e velocita'). Bisogna essere degli "attenti ascoltatori" per capire lo stato emotivo del proprio interlocutore....non dimenticando mai l'importanza del silenzio e dei suoi mille significati!

Beh, gli imput sono parecchi... sotto a chi tocca!

Bye!

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venerdì 14 novembre 2008

Visivi, uditivi o cinestesici?


La memoria si può suddividere in tre categorie:
  1. Visiva 83% circa della memoria
  2. Uditiva 11% circa della memoria
  3. Cinestesica 6 % circa della memoria

Non c’era naturalmente bisogno di una teoria per dirci che ognuno di noi ha un modo di comunicare, ma è interessante rifletterci... Dunque, pare che ciascuno di noi parli per immagini o magari suoni, oppure per odori…usa molti più termini, avverbi, verbi, parole che appartengono a uno o l’altro canale di comunicazione.

Per esempio, i visivi tendono a vedere il mondo per immagini. E siccome tentano di stare al passo con le immagini che hanno in testa, hanno la tendenza a parlare in fretta. Non si curano di come pronunciano le parole ma si sforzano di attribuire parole alle immagini. Amano esprimersi per metafore visive, dicendo come le cose appaiono loro, quali sono gli aspetti chiari e quelli oscuri.

Gli uditivi, invece si mostrano più selettive circa le parole che usano. Hanno voce più sonora, il loro eloquio è più lento, più ritmico, più misurato. Siccome le parole hanno per loro grande importanza, stanno attenti a quel che dicono. Amano espressioni come “questo mi suona bene”.

Ancora più lenti risultano gli individui prevalentemente cinestesici, che reagiscono soprattutto a ciò che sentono tattilmente. La loro voce è di solito fonda, spesso le parole escono loro di bocca lente, si servono di metafore tratte dal mondo fisico: le cose per loro sono “pesanti” e “intense”, aspirano ad “entrare in contatto” con la realtà.

Benissimo. E adesso? Scoprire quale è il nostro canale principale, o le nostre percentuali sembra più difficile di quanto non sia.

Ciascuno di noi ha in sé elementi delle tre modalità, ma nella stragrande maggioranza degli individui, un sistema predomina su tutti.

La prima volta che se ne sente parlare, in genere, l'attenzione va subito sul visivo...

Con l’esperienza, poi, si riesce ad essere più obiettivi e si scopre la vera modalità predominante. Nel mio caso... il mio ricordo prima era cinestesico, cioè partiva da una sensazione, poi arrivava il suono poi l’immagine di quella scena… .ovviamente tutto in termini di decimi di millesimi di secondo!! Comunque quella era la sequenza.

Quindi di una discussione, ad esempio, ricordo subito la sensazione piacevole/spiacevole, poi piccoli sprazzi di frasi dette (suono) ed infine l’immagine della scena.

Ma non parliamo di me...

Voi? Come vi vedete? sentite? O percepite?


ESERCIZIO PER SCOPRIRE IL NOSTRO CANALE PREFERENZIALE:

immaginate negli occhi della vostra mente un oggetto o una persona.

ACCESSI VISIVI: immaginatene il colore, la luminosità, la dimensione grande o piccola, se è in movimento, se è vicina o lontana, se è in 3D, ecc.

ACCESSI UDITIVI: se cadendo fa rumore, a che volume è, se è un suono mobile, da dove proviene il suono, ecc.

ACCESSI CINESTESICI: la temperatura, se vibra, se si muove, se è denso, che sapore ha, di cosa è fatto, ecc.

Fatto? Benissimo... quale dei 3 esercizi avete svolto con maggior semplicità?

Sapere quale è il nostro canale preferenziale è davvero importante!

(fondamentale anche nell’uso delle immagini per memorizzare dati ed eventi...)

A presto!!!


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Fonte: piùchepuoi.it

mercoledì 12 novembre 2008

La Programmazione Neuro Linguistica


Ciao!

...mi chiamo Filippo e questo è il mio nuovo Blog:
...tutto sulla PNL!

Interessa anche te? ...Bene!
Allora ci vediamo in rete per affrontare insieme argomenti interessanti e stimolanti... ok?

Come?
Attraverso una partecipazione attiva: post, commenti, critiche costruttive, esperienze, idee...

L'interazione è l'anima del Blog!!!

Dunque, ti aspetto! ... a presto!


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La Programmazione Neuro Linguistica è una metodologia di sviluppo personale sviluppata nei primi anni ’70 da Richard Bandler e dal linguista John Grinder e grazie al contributo scientifico diretto o indiretto di tanti altri studiosi.

Si tratta, a detta dei sostenitori di tale metodologia, di una metafora proposta come lettura della realtà che fornisce un modello non solo analitico, ma anche operativo. Ovvero, in altri termini, faciliterebbe il cambiamento, tramite un insieme di tecniche e strumenti (frutto anche dell'integrazione tra psicologia, linguistica, cibernetica e teoria dei sistemi) relativi alla comunicazione, alla percezione e all’esperienza soggettiva.

Interessante, vero?

Il nome scelto dai fondatori della disciplina sintetizza queste componenti:

Programmazione: le modalità umane di comportamento sono variabili e si fondano sulla percezione e sull'esperienza individuali. C'è una gamma predefinita di comportamenti (programmi o schemi), che funzionano in modo inconsapevole ed automatico.

Neuro: ogni comportamento umano è fatto di processi neurologici. Il sistema nervoso riceve stimoli dagli organi di senso (vista, tatto, udito, olfatto e gusto) e li rielabora come percezioni e rappresentazioni.

Linguistica: i processi mentali umani sono codificati, organizzati e trasformati attraverso il linguaggio. Le parole sono ponti che collegano le rappresentazioni interne del mondo con l'esperienza. Il linguaggio è l'espressione individuale della nostra percezione soggettiva.


La programmazione neuro linguistica è usata negli studi sulla comunicazione umana, come l'educazione, l'apprendimento, la negoziazione, la vendita, la leadership, il team-building, etc. Essa trova applicazione anche nei processi decisionali e creativi, in campo medico, nello sport e in psicoterapia.

In Italia.

La disciplina della PNL è ancora giovane in Italia, ma comunque in espansione (soprattutto nel settore privato, come pragmatica di studio diffusa soprattutto in corsi per agenti di vendita). Esistono in Italia scuole di formazione in psicoterapia presenti negli elenchi MIUR in cui si insegna la tecnica della PNL. Molte scuole hanno poi insegnamenti che si discostano dalla formazione accademica psicoterapica e affrontano i temi del Management aziendale ed il miglioramento della produzione e delle relazioni interpersonali.

Come funziona?

La PNL è una metodologia di lettura dell’esperienza, particolarmente attenta allo "studio della struttura dell'esperienza soggettiva" (Robert Dilts). Chi la pratica ha l’obiettivo di comprendere "come" le persone riescono a fare quel che fanno, con particolare attenzione alle modalità con cui le persone fanno ciò che ci interessa.

Quindi, tre termini sono importanti: analizzare, imparare e, un termine magico in PNL, modellare, cioè copiare e in maniera migliore. La ricerca della PNL si focalizza quindi sulle risorse messe in campo dal “modello comportamentale” allo studio per raggiungere un determinato obbiettivo ed al successivo “modellamento” su noi stessi di esse, per raggiungere il medesimo.

Oltre alle risorse esterne che si ottengono con il modellamento di altre persone che hanno già raggiunto l'obiettivo che ci sta a cuore, esistono anche risorse interne che già possediamo, ed abbiamo utilizzato in passato, che hanno prodotto strategie vincenti di fronte a determinate situazioni. Quando c'è un problema, la risorsa che ha dato buoni risultati in passato, tramite la PNL è recuperata e trasferita allo stato presente. Ma questo è solo uno dei modi in cui è possibile ritrovare le risorse nel soggetto. Spesso ricordiamo "come" un amico, un parente o un conoscente, fa una certa cosa: ebbene, la PNL ci insegna "come" imparare a fare quella cosa "COME" quell'amico, parente o conoscente. Oltre a questa modalità c'è la fantasia: imparare a fare una certa cosa, come se noi l'avessimo già imparata, cioè trasportandoci nel futuro ed immaginando come potremo fare quella certa cosa che desideriamo fare. Quindi le modalità percettive di apprendimento sono tre:

  • la prima posizione percettiva in cui ricordiamo un'esperienza in cui la risorsa era disponibile;
  • la seconda posizione percettiva in cui un amico, un parente o un conoscente, aveva o ha quella risorsa;
  • la terza posizione percettiva in cui nel futuro noi avremo quella risorsa.

L'importanza centrale del modellamento non significa disconoscere i presupposti concettuali e di inquadramento provenienti dagli assunti teorico descrittivi della psicoanalisi, della quale tuttavia si considerano generalmente poco redditizie le tecniche terapeutiche. Ma la descrizione della mappa dei meccanismi di funzionamento del sistema nervoso centrale, che sono dietro l'applicazione delle tecniche di modellamento, partono da acquisizioni elaborate dalla psicoanalisi e dalla sua scuola.

La disciplina divide la popolazione in tre gruppi: visivi, auditivi e cenestesici. Ognuno fa uso inconscio di comportamenti e termini (verbi e pronomi) in funzione del gruppo di appartenenza. Se una persona capisce di quale gruppo fa parte un'altra persona, potrà strutturare il rapporto e le frasi di un dialogo, in maniera tale di aver più successo in comunicazione e alzare la percentuale di riuscita.

I temi da approfondire e sui quali discutere insieme.... sono parecchi!
Vi aspetto on-line!

A presto!

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