giovedì 31 dicembre 2009

What's PNL?




La PNL è stata creata per permetterci di individuare nuove metodologie per comprendere il rapporto tra la comunicazione - verbale e non verbale - e le influenze sul cervello umano.
Di conseguenza rappresenta l'opportunità di capire le espressioni di processi autonomi della nostra neurologia che, in campo medico vengono definiti impropriamente "automatici".
Comunemente, e in particolare prima dell’affermazione della PNL, si pensava che la parte verbale della nostra comunicazione fosse quella predominante dell'intero processo comunicativo; in realtà rappresenta solo una parte della comunicazione .

Una quantità enorme di informazioni è invece trasmessa con gli aspetti non verbali (tonali, gestuali e tattili) della nostra comunicazione, che per la maggior parte della gente ha tipicamente luogo al di sotto della soglia della coscienza.

La Programmazione Neuro-Linguistica si occupa quindi dello studio della struttura dell'esperienza soggettiva e di quello che può essere calcolato da esso. Essendo basata sul principio del "modellamento" di persone eccellenti, la PNL è oggi la scienza più all'avanguardia e
in evoluzione, offrendo modelli, risorse e tecniche utilizzabili da chiunque voglia avanzare e migliorare in ogni attività umana.

In particolare la conoscenza della PNL trova le sue prime applicazioni nel campo psicoterapeutico per poi estendersi sempre di più in nuovi campi. Dalla psicoterapia alla comunicazione efficace,
all'apprendimento rapido, alla vendita e al business, al comunicare in pubblico, alla leadership, alle prestazioni sportive, alla selezione del personale, al benessere e alla salute, alle tecniche di rilassamento al training autogeno e all’ipnosi invadendo tutti i campi e tutte le attività in cui viene estrinsecato un rapporto tra due o più soggetti o nelle forme individuali di automodellamento.

Oggettivamente la conoscenza e l’applicazione della PNL porta alla comprensione e risoluzione dei seguenti stati:
— facilitare una comprensione più profonda di sé e degli altri;
— sviluppare attitudine empatica e capacità di rapporto;
— migliorare le proprie competenze comunicative, verbali e non verbali;
— sciogliere blocchi emotivi e cognitivi;
— liberarsi dai condizionamenti negativi del passato;
— trasformare convinzioni e decisioni limitanti;
— definire obiettivi ben formati e costruire al proprio futuro;
— acquisire nuove capacità di negoziazione e persuasione;
— sviluppare creatività e pieno utilizzo delle proprie risorse;
— sviluppare un contatto più profondo con la propria vera identità e il proprio senso della vita.

Pertanto, essa fornisce strumenti operativi, tecniche e strategie molto efficaci e comprensibili per chiunque... ovviamente a seguito di adeguata formazione, sensibilità e predisposizione.

Interessante vero? Bene, cerchiamo di iniziare il NUOVO ANNO con il piede giusto... ;o)


BUON 2010!!!


Fil



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lunedì 20 luglio 2009

Formulare un obiettivo: in POSITIVO e in termini di RISULTATO



Alcune domande fondamentali che facilitano il nostro orientamento:

Scegliamo e scriviamo un obiettivo, un progetto a cui pensiamo da molto tempo o che stiamoiniziando a concretizzare.

Domanda: “Cosa voglio?”

È molto importante abituarsi ad esprimere gli obiettivi in POSITIVO. Vale a dire, formulare i propri progetti, bisogni e desideri, SENZA utilizzare NEGAZIONI.
Ad esempio:
“Non voglio più essere grasso”
“Non voglio più sentirmi infelice”
“Non voglio farmi prendere dal panico quando parlo in pubblico”
....sono obiettivi che in Programmazione Neuro-Linguistica vengono definiti “mal formulati”, perché contengono la negazione “non”, che ne compromette seriamente l’efficacia.
...Provate a non pensare ad un cane nero con una macchia bianca sul petto, a non ricordare di aver visto un cane nero con una macchia bianca sul petto, a non accettare l’idea di un cane nero con una macchia bianca sul petto.

(...Probabilmente è accaduto che, leggendo le righe precedenti, abbiate pensato proprio ad un cane nero con una macchia bianca sul petto).
Questo perché dire “non pensare a qualcosa” fa sì che l’attenzione si sposti proprio su quel qualcosa a cui si vuole evitare di pensare.
Pertanto, affinché un obiettivo sia formulato in modo efficace, deve essere espresso in positivo: ad esempio, l’obiettivo della frase “Non voglio più essere grasso”, può essere riformulato così: “Voglio essere in forma”.

È importante altresì che l’obiettivo venga formulato in termini di risultato da ottenere, anziché di processo.
Questo consente di focalizzare la situazione desiderata e di verificare, in seguito, che gli obiettivi siano stati effettivamente raggiunti.

Ad esempio:
“Comprare la casa dei miei sogni”
descrive un processo anziché un risultato. Da un lato, è poco chiaro quale sia “la casa dei miei sogni” (l’obiettivo deve essere più specifico e dettagliato); dall’altro, viene espressa solo una delle fasi (“comprare”) che portano verso il risultato desiderato.

Invece,
“Vivere in una villa in collina con vista mare”
descrive un risultato e consente di visualizzarlo in anticipo, di sentirlo concretamente realizzabile e, in alcuni casi, addirittura già acquisito.

Anche quando affermiamo:
“Voglio dimagrire”
stiamo esprimendo il nostro obiettivo solo in termini di processo. Dimagrire, sì, ma quanti chili? Oppure, quanti centimetri sul punto-vita? In quali parti del corpo? In quanto tempo? Ecco dunque una possibile formulazione dello stesso obiettivo in termini di risultato:
“Voglio pesare 70 chili a Natale”.
In questo modo abbiamo la possibilità di visualizzare nel presente una realtà trasformata dalla nostra azione. L’obiettivo viene quantificato (quanti chili?) e sarà quindi misurabile; inoltre, l’indicazione di una scadenza temporale porta alla pianificazione di una serie di passaggi che consentiranno di verificare in un momento ben individuato della nostra vita (e non in un futuro vago e imprecisato) se l’obiettivo sia stato raggiunto o meno.

È dunque importante sapere quando l’obiettivo sarà raggiunto. Formulare un obiettivo in termini di risultato significa anche stabilire i criteri di misurazione dei propri progressi: in base a questi criteri, si saprà se e in che misura l’obiettivo è stato conseguito.

Ecco alcuni esempi di obiettivi espressi in modo non misurabile e la loro possibile riformulazione in termini di risultati/obiettivi misurabili.

- Voglio guadagnare di più! :o(
- Nel 2010 voglio guadagnare 30.000 euro all’anno in più di quanti ne guadagno attualmente! :o)

- Voglio lavorare nel campo dell’alimentazione. :o(
- Voglio specializzarmi in scienza dell’alimentazione prima di aver compiuto 28 anni e quindi aprirmi uno studio privato. :o)

- Voglio dimagrire! :o(
- Voglio perdere cinque centimetri sul giro-vita entro Natale. :o)

Di conseguenza, altre domande chiave, da porsi, sono:

“Come saprò di aver ottenuto ciò che voglio? Cosa devo vedere, ascoltare o sentire per sapere di aver conseguito il risultato?”

“Dove, quando e con chi voglio raggiungere l’obiettivo?”
Probabilmente ci sono luoghi che riteniamo più adatti, persone che vogliamo al nostro fianco o che, al contrario, preferiamo che non partecipino alla realizzazione dell’obiettivo.
Questi dati devono essere specificati e motivati nel modo più dettagliato possibile: sono informazioni che vengono elaborate dal cervello e che influenzano in modo determinante i processi decisionali.


Bye!


Fil



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sabato 18 aprile 2009

PNL e Problem Solving

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La PNL porta a concentrarti non sul problema stesso ma sulla sua soluzione,
semplicemente lo definisci con il suo nome, impari a gestire il tuo stato d’animo, e riesci ad affrontarlo.
In sostanza in questi casi la PNL ti porta a dire: “se in questo momento un dato aspetto della mia vita va bene, io sono contento, capisco di esserci arrivato attraverso le strategie che ho imparato, e so di poterle insegnare ad altri per aiutarli a mia volta.
Al contrario, se un dato aspetto non va bene, non faccio finta di nulla (Pensiero positivo), ma anzi affronto l’impedimento, lo studio e trovo una soluzione. Se so di adottare una strategia sbagliata, la cambio e ne provo un’altra finché non funziona”.

Quindi il modo di guardare positivo della PNL è porsi con queste curiosità, con atteggiamento di
apertura nei confronti delle difficoltà, ed avere il coraggio di affrontarle come sfide.

Un altro punto importante da prendere in considerazione è il seguente: sui libri o nei corsi di
PNL spesso si sente dire di non usare il perché, ma piuttosto il come. Questo può esser giusto perché se, posto di fronte ad un problema (ad esempio il lavoro, mai attuale come in questo momento storico), comincio a chiedermi: “perché mi hanno licenziato? Cosa ho fatto di sbagliato? Perché proprio io? Perché sono così sfortunato?”, mi candido a non uscirne più, e il mio cervello mi può rispondere in un solo modo: “perché sei inadeguato!”

Sappi che il perché, proprio perché consiste in un approfondimento, acuisce uno stato d’animo negativo, e quindi tende a farti stare ancora peggio.
Se stai male, se hai una cattiva predisposizione d’animo, difficilmente riuscirai ad affrontare il tuo problema.

La PNL preferisce chiedersi come, e porsi in maniera reattiva: ho un problema, lo vedo e non
faccio finta di nulla, piuttosto mi chiedo come affrontarlo e superarlo: “se ho perso il lavoro, come posso fare? Quali strategie posso adottare per non passare più attraverso un’esperienza tanto spiacevole? Come posso fare per trovare un lavoro più adatta a me? Come posso fare per trovare un equilibrio emotivo in questo periodo particolare?”

In questo caso il cervello mi darà risposte intelligenti, tipo: “scava dentro di te, chiarisci i tuoi obiettivi, riscopri i tuoi valori”.

Tramite la PNL si creano nuove associazioni mentali e poi si mettono in pratica le strategie imparate. Ciò che si vuole raggiungere è la capacità di comprendere le proprie strategie di eccellenza ed un dato atteggiamento mentale, che poi è il fondamento di tutto.


Bye!


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martedì 17 marzo 2009

Il potere del Focus mentale



Troppo spesso nella vita le persone non riescono ad ottenere ciò che vogliono veramente perché si lasciano trascinare dagli eventi, imprigionare dal tempo e dalle pretese che gli altri hanno su di loro. Non compiono mai il passo di decidere cosa vogliono ottenere veramente dalla loro giornata, settimana, dal mese, anno, lavoro, dalle relazioni e da se stessi. Non stabiliscono mai l'obiettivo che si impegnano a raggiungere per vivere in modo completo e gratificante. Al contrario finiscono per percorrere una qualsiasi "strada" che la vita offre loro, che spesso è anche deludente.


Vediamo un semplice processo suddiviso in tre passi che ti concentrerà immediatamente su ciò che veramente vuoi (l'Obiettivo) e perché lo vuoi (lo Scopo) prima ancora di creare un piano o una lista di cose da fare per far sì che ciò accada (le Azioni).


OBIETTIVO = META

Un obiettivo è un risultato specifico e misurabile che vuoi produrre; non è l’attività che sta dietro alla sua realizzazione, ma è l’effettivo risultato che stai perseguendo.

Quale obiettivo/risultato sei specificatamente impegnato a raggiungere? Cosa vuoi veramente?

Ciò su cui ti concentrerai, la sentirai e vivrai ad un livello più forte.
Se ti focalizzerai sul perché nella vita hai così tanti problemi , ti sarà sicuramente facile trovare una lunga lista di ragioni.
Se ti concentrerai su tutte le attività che ti impegnano, ti ritroverai ad aggiungere sempre più cose alla lista.
Concentrati sugli obiettivi verso cui sei impegnato e ti ritroverai costantemente in corsa verso il
traguardo che stai sognando (e molto spesso raggiungerai tali obiettivi con una lista di azioni da
compiere molto più corta di quanto tu possa immaginare).


LO SCOPO = LA SPINTA

Lo scopo ti dà le ragioni emozionali che stanno dietro al tuo voler procedere e fare tutto quanto è
necessario per produrre l’obiettivo che desideri.
Mentre un obiettivo ti porta a "richiamare" il focus mentale, uno scopo ti dà la spinta necessaria. Quando diverrai un tutt'uno col perché stai facendo qualcosa, allora si creerà in te quell’eccitazione emozionale, un ‘carburante’ che ti darà la spinta, la forza e lo slancio per produrre quel risultato.

Perché sei impegnato a raggiungere questo risultato o obiettivo? Perchè lo vuoi?


AZIONE = ATTIVITA' NECESSARIE

Le azioni sono le attività specifiche che devi compiere allo scopo di produrre il risultato a cui ti stai dedicando.

Ricorda due cose.
1. Ci sono molti modi di raggiungere uno stesso obiettivo. Se un’insieme di azioni non è sufficiente a raggiungerlo, un altro insieme lo sarà.
2. In mezzo a tutte le azioni della tua lista, un piccolo numero di queste fa la grande differenza nella tua capacità di raggiungere l’obiettivo, infatti il 20% di quello che fai nella vita fa l’80% della differenza.

In altre parole, ciò significa che la maggior parte delle volte non devi compiere tutte le azioni del tuo piano per raggiungere l’obiettivo che desideri. ù

Creati un vasto numero di scelte, concentra il tuo focus su quelle azioni che devi assolutamente compiere, quelle che veramente faranno la differenza nell'aiutarti a raggiungere il risultato che sei veramente impegnato a raggiungere, il tuo OBIETTIVO.

Dunque... Obiettivo, Scopo e Azione!!!
Bye!!



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giovedì 12 febbraio 2009

Dove impieghi il tuo tempo? (II)

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Come detto nel post precedente... il peggior spreco di tempo è lo spreco dei tuoi pensieri, del tuo focus mentale, e delle tue emozioni su cose che non puoi controllare.

Abbiamo gia visto che possiamo efficacemente controllare:

- le nostre AZIONI;
- le nostre PAROLE;
- i nostri PENSIERI e CREDENZE;
- le nostre EMOZIONI...

Vi sembra poco?

Vediamo cos'altro...

5. I nostri valori
I valori in cui crediamo sono lo specchio che riflette meglio la nostra vera immagine. Lì spesso è raffigurato il nostro passato e la nostra condizione attuale, ma sono anche come una stella polare che sta davanti a noi, che ci guida nel prendere le decisioni determinanti per il nostro futuro.

6. Il tempo
Siamo noi che decidiamo come spendere il nostro tempo, se vogliamo sprecarlo in attività di poca importanza o pianificarlo in vista della realizzazione dei nostri obiettivi.

7. Il nostro stato di salute
Il nostro stato di salute dipende in gran parte da noi, da come ci prendiamo cura del nostro corpo con un’alimentazione corretta e l’attività fisica, ma dipende spesso dal nostro stato emotivo. Molte malattie sono infatti di origine psicosomatica e possono essere prevenute o guarite “semplicemente” ristabilendo il nostro equilibrio interiore.

8. L’ambiente di vita
L’ambiente di vita è rappresentato da tutte quelle persone che frequentiamo abitualmente, famigliari, partner, amici, colleghi ecc. certo, non è possibile scegliere i propri genitori, ma certamente si può esercitare il proprio diritto di scelta sugli amici e sull’ambiente lavorativo.

Ci sono poi cose che non puoi controllare, ma che puoi influenzare. Molto spesso puoi influenzare le opinioni di coloro a cui tieni maggiormente, coloro con cui sei in affari, e puoi influenzare alcuni eventi.

Infine è bene che tu presti attenzione a quelle cose che invece non puoi controllare come le opinioni degli altri, il loro comportamento, soprattutto se si tratta di persone che sono al di fuori della tua sfera di influenza.



Dunque, quali sono le domande chiave?

Come posso concentrare la mie energie su quelle cose che posso controllare e influenzare così da
poter creare una vita che sia non solo appagante per me, ma in cui possa allo stesso tempo contribuire al benessere degli altri?

Quanto velocemente sono disposto a lasciare andare quelle cose che mi provocano stress, quelle cose che non posso controllare?



A presto!



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martedì 3 febbraio 2009

Dove impieghi il tuo tempo?

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Il peggior spreco di tempo è lo spreco dei tuoi pensieri, del tuo focus mentale, e delle tue emozioni su cose che non puoi controllare.

Quelli che si sentono realizzati hanno una cosa in comune: quando accade un evento che colpisce le loro vite, sono in grado di distinguere rapidamente se...

"Si tratta di qualcosa che posso controllare?"
"Si tratta di qualcosa che posso influenzare?"
...o
"si tratta veramente di qualcosa che non posso né controllare né influenzare!"



Riflettiamo: cosa posso realmente controllare...?

1. Le nostre azioni
Noi siamo responsabili delle nostre azioni.
Anche quando appaiono come inevitabili conseguenze di atti compiuti da altri, le nostre azioni sono sempre frutto di una nostra scelta. Ciò che non possiamo controllare è il significato che esse assumono per gli altri.

2. Le nostre parole
Anche le parole che pronunciamo sono scelte consapevolmente e, come le azioni, hanno un impatto sulla nostra vita e quella degli altri.

3. I nostri pensieri e credenze
Se i nostri pensieri inconsci sfuggono al nostro controllo, ciò non vale per idee, giudizi e soprattutto credenze, di cui siamo autori consapevoli e in modo altrettanto consapevole
possiamo modificarli. Possiamo ad esempio sostituire una credenza limitante del tipo “non
ce la posso fare” con una potenziante del tipo “se voglio, posso” e ciò avrà certamente una
ricaduta su ciò che ci accade.

4. Le nostre emozioni
Non sono gli eventi in sé che determinano il nostro stato d’animo, ma semmai vale il contrario e cioè la nostra risposta ad un evento dipende spesso dallo stato d’animo che viviamo in quel momento (tanto che al medesimo evento, un blocco del traffico o una risposta maleducata, si può rispondere in modo completamente diverso a seconda di come “stiamo” in quel frangente!). È possibile gestire le proprie emozioni al fine di non lasciarsi travolgere e schiacciare da quelle negative e permanere il più a lungo possibile in stati emotivi potenzianti.

Cos'altro?


...via alla riflessione!


A presto!


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martedì 27 gennaio 2009

Urgenza vs Importanza

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Riprendiamo questa fondamentale distinzione, gia accennata nel post precedente.
Si individuano, dunque, 4 macro aree: vediamole.

NON URGENTE E NON IMPORTANTE: La Distrazione

Ci si può immaginare di essere in ufficio e di dover fare una telefonata importante,
impegnativa che fa un po’ paura perché non si sa come andrà a finire.
Improvvisamente viene in mente di dare un’occhiata ad un sito internet, di leggere la
posta elettronica e così si perde mezz’ora.
Perché lo si fa? E’ importante, è urgente?
No. Lo si fa per scappare da una situazione che in quel momento non piace.
E che dire poi dello studente che deve preparare un esame e di tanto in tanto si alza, apre il frigorifero o la dispensa e si fa un panino anche se non ha fame o accende la TV e fa un po’ di zapping.
Guardare la TV, uscire con gli amici, fare shopping, chattare ecc. sono attività non urgenti, né importanti, che ci aiutano a distenderci, ma, se prolungate, rischiano di diventare degli inutili sprechi di tempo.

Quando ti senti stressato cosa fai per distrarti? Con cosa ti anestetizzi? Per quante ore lo fai?



URGENTEMA NON IMPORTANTE: L’Insoddisfazione

Le cose urgenti ma non importanti sono quelle che facciamo unicamente per gli altri, sono fonte di stress e non producono alcuna soddisfazione.
Alcuni esempi: pagare le bollette, consegnare un lavoro al nostro capo che, già sappiamo, lo lascerà per giorni sulla propria scrivania o salvato da qualche parte nel proprio pc prima di
prenderlo in considerazione.

Quali cose hai fatto perché urgenti pur sapendo che c’erano altre cose più importanti?
Per quante ore?




URGENTE ED IMPORTANTE: La Pressione

Naturalmente ci sono casi in cui invece tali consegne non sono solo urgenti, ma anche importanti perché da esse potrebbe dipendere un avanzamento carriera.
Le cose urgenti ed importanti sono tutte quelle legate a scadenze per noi significative come il caso precedente o un esame, una gara sportiva oppure si tratta di emergenze come la telefonata che ci avvisa che il nostro bambino si è fatto male a scuola e allora tutto ciò che stavamo facendo va inevitabilmente in secondo piano.
Le cose urgenti ed importanti sono anch’esse fonte di stress, ma nella maggior parte dei casi sono quelle che ci fanno dare il meglio di noi, spingendoci a mettere in campo risorse che probabilmente non pensavamo neppure di avere.

Quali cose hai fatto perché ne sentivi l’urgenza (scadenza) e l’importanza?



NON URGENTE MA IMPORTANTE: La Proattività

Stare con il proprio partner o con i propri figli, partecipare ad un corso, pianificare la propria carriera, fare sport. Queste attività sono quelle che hanno, a lungo termine, maggiore impatto sulla qualità della nostra vita.

Quali cose hai fatto nonostante non fossero urgenti, scegliendo di farle perché sapevi che erano importanti? Per quante ore?

Bene, costruisci il tuo bersaglio: buon lavoro!


Bye!!



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giovedì 22 gennaio 2009

Qual'è il Focus della tua vita?

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Il livello di appagamento che proverai nella tua vita è direttamente legato a "dove" impieghi il tuo tempo.

La maggior parte della gente vive una vita stressante perché dipende letteralmente dalla sensazione di urgenza di ciò che le sta accadendo intorno: il telefono suona e si sente la necessità impellente di dover rispondere, anche se la conversazione che si sta avendo in quel momento col proprio figlio o il socio in affari è veramente molto più importante.
Molte persone pianificano il loro tempo dedicando particolare attenzione alle scadenze ed alle urgenze, anche perché confondono i concetti di urgenza ed importanza: ciò che è urgente non per forza è anche importante e viceversa.

E allora…

Dove è concentrato il focus della tua vita? Stai spendendo la maggior parte del tuo tempo in distrazioni? Delusioni? Richieste? ...O nel “Centro” nell’area in cui risiedono i più alti raggiungimenti?
Se pianifichi la tua settimana, assicurati che se ti poni degli obiettivi, il tuo focus deve essere concentrato il più possibile su queste cose che sono importanti per te.
Il segreto per una vita piena di soddisfazione? Vivere almeno il 50% del tempo focalizzando l’attenzione e le energie verso le cose importanti ma non urgenti, in modo da eliminare il carico di stress che spesso accompagna la vita delle persone davvero impegnate.
Una vita e' appagante quando sappiamo dare al senso d'urgenza il posto e il valore che merita e ci ricordiamo che il risultato più importante da ottenere e' trascorrere la nostra vita facendo quelle cose che crediamo più importanti per noi.

Individuiamo allora, in un ipotetico bersaglio, 4 livelli:

NON URGENTE E NON IMPORTANTE

URGENTE MA NON IMPORTANTE

URGENTE ED IMPORTANTE

NON URGENTE MA IMPORTANTE

Secondo voi, qual è l’ordine - per importanza - dei livelli appena descritti?

Facile? Allora provate ad inserire all’interno di ciascuna categoria le cose che giornalmente caratterizzano la vostra vita…


A presto!


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mercoledì 14 gennaio 2009

La gestione del tempo.

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Ti è mai capitato di avere la sensazione che il tempo a tua disposizione non sia mai sufficiente? Anche tu sei una di quelle persone che... a volte, o spesso... non riesce a gestire il proprio tempo? Soprattutto quello "importante"... quello da dedicare ai progetti che ti interessano (personali o professionali che siano)

C’è un modo per imparare a gestire al meglio il proprio tempo?
E' un argomento che interessa tutti perché tutti vorremmo avere più tempo, tutti vorremmo avere meno stress nella nostra vita!

Di solito le persone che fanno un sacco di cose, che sono molto impegnate arrivano
addirittura a credere che lo stress sia parte integrante della vita… ma non è così!

Si può imparare a ridurre notevolmente la quantità di stress presente nella propria vita, ottenendo maggiori risultati e soprattutto più soddisfazione.

Forse non tutti hanno le stesse opportunità, la stessa fortuna. Non tutti incontrano le persone giuste, ma tutti dispongono dell’identico ammontare di tempo, per tutti la giornata dura ventiquattro ore, cioè 86.400 secondi.
Peccato però che non tutti sappiano sfruttare appieno il tempo per raggiungere i propri obiettivi.

Vediamo come la PNL ci può aiutare ad avere più tempo e meno stress!

Bene, iniziamo...

Come? Con una bella storia sulla quale riflettere....


Una volta un anziano professore della Scuola Nazionale per la Pubblica Amministrazione venne contattato per tenere una lezione di formazione sulla "Pianificazione efficace del tempo" ad un gruppo di una quindicina di dirigenti di importanti aziende americane. Il professore aveva a disposizione solamente un'ora "per fare lezione"...
In piedi, davanti a questo gruppo d'élite (pronto a prendere appunti su tutto ciò che l'esperto stava per insegnare), l'anziano professore li guardò ad uno ad uno lentamente. Poi disse: "Adesso faremo un esperimento".

Da sotto al tavolo che lo separava dagli allievi, il vecchio tirò fuori un grande recipiente di vetro da più di 4 litri, e lo posò delicatamente davanti a lui. Poi tirò fuori una dozzina di ciottoli grandi all'incirca come delle palle da tennis ed uno ad uno li mise delicatamente dentro il vaso. Quando questo fu riempito fino al bordo e fu impossibile aggiungere anche un solo sasso, alzò lentamente gli occhi verso i suoi allievi e domandò: "Questo vaso è pieno?". Sorridendo, tutti risposero "Sì". Attese qualche secondo e aggiunse: "Davvero?"

Allora si chinò di nuovo e tirò fuori da sotto al tavolo un secondo contenitore, questa volta pieno di ghiaia. Con attenzione versò questa ghiaia sui grossi sassi e poi scosse leggermente il vaso. I pezzettini di ghiaia si infiltrarono tra i sassi, fino al fondo del recipiente. L'anziano professore alzò nuovamente lo sguardo verso il suo uditorio e ridomandò: "Questo vaso è pieno?". Questa volta i suoi brillanti allievi cominciavano a comprendere il suo armeggiare. Uno di essi rispose: Probabilmente no!".

"Bene", rispose l'anziano professore. Allora si piegò di nuovo e questa volta tirò fuori da sotto al tavolo un secchio di sabbia. Con delicatezza versò la sabbia nel vaso. La sabbia andò a riempire gli spazi tra i grossi ciottoli e la ghiaia. Ancora una volta domandò: "Questo vaso è pieno?". Questa volta, senza esitare ed in coro i suoi allievi risposero: "No!". "Bene!", soggiunse il vecchio professore.
E come ormai si aspettavano i suoi prestigiosi allievi prese la brocca dell'acqua che stava sul tavolo e riempì il vaso fino al bordo.

L'anziano professore alzò allora gli occhi verso il gruppo e domandò: "Quale grande verità ci dimostra questo esperimento?".

Il più furbo, il più audace dei suoi allievi, ripensando all'argomento del corso rispose: Dimostra che anche quando si crede che la nostra agenda è completamente piena, ci si possono aggiungere altri appuntamenti, altre cose da fare".

"No - rispose il vecchio professore - non è questo.

La grande verità che quest'esperimento ci dimostra è la seguente: se non si mettono per primi i sassi più grossi all'interno del vaso, non ci si potrà mettere tutto il resto in seguito".

Ci fu un profondo silenzio, mentre ciascuno prendeva coscienza dell'evidenza di questa affermazione.

L'anziano professore disse allora: "Quali sono i sassi più Grossi nella vostra vita? La vostra salute? La vostra famiglia? I vostri amici? Realizzare i vostri sogni? Fare ciò che vi piace? Imparare? Difendere una causa? Essere rilassati? Darsi il tempo? O cose del tutto diverse?

Quello che dobbiamo ricordarci è l'importanza di mettere per primi nella propria vita i SASSI PIÙ GROSSI, altrimenti si rischia di non riuscire a fare ... la propria vita.
Se si dà priorità alle minuzie (la ghiaia, la sabbia) ci si riempirà la vita di inezie e non si avrà a sufficienza del tempo prezioso da consacrare alle cose importanti.

Allora non dimenticate di porvi la domanda: 'Quali sono i SASSI PIÙ GROSSI nella mia vita?' E poi metteteli per primi nel vostro vaso."

Via alla riflessione...

A presto!!



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giovedì 8 gennaio 2009

I nove tipi dell'ENNEAGRAMMA.

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Eccoci ad un nuovo appuntamento con l'ENNEAGRAMMA.

Abbiamo gia visto i primi tre : il Perfezionista, l'Altruista, il Manager, il Romantico, l'Eremita osservatore e lo Scettico leale.

Ecco gli ultimi 3 enneatipi...

7. ARTISTA VIAGGIATORE EPICUREO
Amante del piacere, l’eterno fanciullo che si accosta alla vita in modo dilettantesco, è per gli amori occasionali, superficialità, avventura, edonismo. Restio ad impegnarsi , vuole mantenere tutte le possibilità aperte. Ciò che lo contraddistingue è un perenne buon umore, generalmente felice e di buona compagnia. Inizia le cose ma non le finisce, i sette evoluti sono ottimi teorici ed hanno una buona capacità di sintesi, incarnano l’uomo del rinascimento. Vive molto nel presente infatti è per la massima “carpe diem”.
Il loro canale rappresentazionale è VISIVO CENESTESICO.
Il suo imperativo è FA’, VIVI!

8. BOSS (IL CAPO)
Idea di base è della lotta, ad esempio gli avvocati sono dei tipi otto. Il loro motto è “o si domina o si è dominati”, estremamente protettivo, va all’attacco per se stesso e per gli amici. Combattivo, manifesta apertamente rabbia e forza, ha grande rispetto per gli avversari che lo affrontano lealmente. Entra in contatto attraverso il sesso e il confronto diretto; vive smodatamente: il troppo, troppo tardi la notte, voce troppo alta ecc. ecc. Gli otto evoluti sono ottimi capi, ad esempio i politici.
Il loro canale rappresentazionale AUDITIVO CENESTESICO.
Il loro imperativo è RIBELLATI

9. DIPLOMATICO IPERSPIRITUALE
Tende a sacrificare se stesso per l’armonia generale, il suo motto è “Partecipare non vincere”, va verso l’anonimato, non è esibizionista, infatti preferisce situazioni anonime. Ossessivamente ambiguo, considera sempre tutti i punti di vista, sostituisce ai propri bisogni quelli degli altri, e ai veri scopi, attività di seconda importanza. Tende a narcotizzare attraverso il mangiare, il bere, e la televisione. Conosce i bisogni dell’altro molto meglio dei propri, tende ad astrarsi, non è mai sicuro se vuole stare in un posto o meno, se far parte del gruppo o no. Sempre consenziente, esprime la rabbia in modi indiretti. I nove evoluti sono ottimi consiglieri, pacificatori, e negoziatori. Funziona bene all’interno di una struttura. Poiché non vogliono l’amore terreno diventano iperspirituali, desiderio dell’armonia per evitare di prendere posizioni. Prediligono avere una posizione camaleontica.
Il loro canale rappresentazionale è CENESTESICO AUDITIVO.
Il loro imperativo è: CERCHIAMO L’ARMONIA.

Vi riconoscete in uno o più di questi enneatipi? Ma certo... basta un piccolo sforzo, non avendo la pretesa di ritrovarsi in un solo enneatipo. Ricordatevi che l’enneagramma è una descrizione "sintetica" e tutti possono riconoscersi nei nove profili ...ognuno di essi, infatti, presenta legami più o meno forti con gli altri...
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A presto!
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venerdì 2 gennaio 2009

I nove tipi dell'ENNEAGRAMMA (continua)



Eccoci ad un nuovo appuntamento con l'ENNEAGRAMMA.

Abbiamo gia visto i primi tre : il Perfezionista, l'Altruista e il Manager.

Vediamo insieme altri tre enneatipi:

4. ROMANTICO TRAGICO
Pensa all’amore e alle emozioni, è attratto da ciò che è irraggiungibile, il suo ideale non è mai “il qui ed ora”. Tragico e malinconico, temperamento artistico e sensibile; Si blocca su un amore lontano, sulla perdita di un amico. I quattro evoluti vivono creativamente la vita e sanno aiutare gli altri nelle loro sofferenze. Sono devoti alla bellezza e alla passione, nascita, sesso, intensità e morte. A volte cerca la sofferenza per analizzare meglio, è molto analitico ed è difficile che si senta in colpa.
Il loro canale rappresentazionale è CENESTESICO AUDITIVO.
Il loro imperativo è NON ESSERE SUPERFICIALE; SII PROFONDO.

5. EREMITA OSSERVATORE O “FALSO SAGGIO”
E’ un ricercatore, raccoglie dati, “Sta nella sua torre d’avorio”. Il suo investimento è nella conoscenza, infatti il motto che meglio lo rappresenta è “sii perfetto nei dettagli”. Mantiene una distanza emotiva dagli altri, protegge il privato, non si fa coinvolgere. Suddivide i doveri in scomparti, distaccato dalle persone dai sentimenti e dalle cose. I cinque evoluti possono coprire ottimamente posizioni decisionali, diventare intellettuali.
Il loro canale rappresentazionale è AUDITIVO CENESTESICO.
I loro imperativi sono: ONNICONOSCENZA; VORREBBE SAPERE TUTTO; CONOSCENZA E’ POTERE!

6. SCETTICO LEALE
Evitare il pericolo e di essere influenzato, ragiona molto sulle intenzioni degli altri; molto critici dal punto di vista intellettuale. Timoroso, indeciso, procrastinatore nel senso che il pensiero sostituisce l’azione; ha paura di agire perché esporsi vorrebbe dire venire attaccati.
Sposa le cause perse, tende sempre a mettersi al secondo posto. Il sei fobico è insicuro, si sente perseguitato e cede se si sente con le spalle al muro. Il sei controfobico si sente continuamente con le spalle al muro e reagisce alla paura con l’aggressività. I sei evoluti sono ottimi giocatori di squadra, soldati fedeli e amici fidati. Si impegnano per una causa allo stesso modo in cui gli altri si gettano nel profitto personale.
Il loro canale rappresentazionale è AUDITIVO VISIVO.
Ha paura di essere ingannato dagli altri!
Il loro imperativo è quindi: SCETTICISMO.


Continua...


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